La marcia del gambero della sanità in Sicilia. Livelli di assistenza tra i peggiori in Italia

La sanità in Sicilia procede con la marcia del gambero, negli anni di governo di Rosario Crocetta. Nell’isola la qualità dei servizi sanitari non raggiunge i livelli essenziali di assistenza. Anzi, la Sicilia è tra le regioni peggiori d’Italia. Soltanto Campania e Calabria fanno peggio. A dirlo è una fonte autorevolissima: il ministro della Salute, Livia Lorenzin. A rendere più amare le sue considerazioni, il fatto che la qualità peggiora, invece di migliorare. “Attraverso il sistema di monitoraggio dei Lea (livelli essenziali di assistenza)”, ha spiegato la Lorenzin, “il ministero verifica continuamente lo stato di salute della Sanità del Paese e in alcuni casi i progressi non sono stati molti. Anzi, alcune Regioni hanno addirittura peggiorato i risultati. Il punteggio minimo da raggiungere per essere adempienti è 160 ma dai primi risultati del 2015, anche se non ufficiali, sono ancora sotto soglia Calabria (147 punti), Molise (156), Puglia (155), Sicilia (153) e Campania (99). Il dato della Campania poi è davvero preoccupante perché, rispetto al 2014, dove la regione raggiungeva un punteggio di 139, nell’ultimo anno si è notato un calo di ben 40 punti. Ma ad aver peggiorato le performance sono anche Puglia, Molise e Sicilia. In troppe regioni ci sono molte difficoltà nel potenziamento della assistenza territoriale. In particolare, nell’assistenza domiciliare, numero dei posti letto per assistenza residenziale, assistenza ai disabili, coperture vaccinali, screening del tumore a colon-retto, mammella e cervice uterina”.

Migliorano, invece, i conti delle regioni, anche se, ha spiegato il ministro: “Ci sono ancora troppe regioni commissariate o in piano di rientro che riescono a non andare in rosso solo grazie alle coperture, ovvero all’aumento delle aliquote fiscali previste dai piani di rientro o a risorse proprie di bilancio. Nel 2007 il disavanzo, senza le famose coperture, di tutte le regioni in Piano di rientro (Piemonte, Abruzzo, Puglia e Sicilia sono in piano di rientro mentre Molise, Campania, Calabria e Lazio sono anche commissariate) era di 4,1 miliardi di euro, nel 2015 era sceso a 427,4 milioni di euro e nel 2016, sulla base dei dati provvisori in nostro possesso, è diminuito a poco più di 300 mln. Il Lazio nel 2015 ha chiuso in pareggio solo grazie alle coperture fiscali ma in realtà la Regione aveva un disavanzo strutturale di 332,6 mln, sceso nel 2016 a 163 mln. Ma nel 2016 in rosso ci sono anche il Molise con -17 mln di euro, la Calabria a -55 mln, l’Abruzzo a -23 mln e la Puglia a -49 mln”.